In behaglicher Wohnung
Ihr, die ihr beim abendlichen Heimkehren
Warme Speise findet und vertraute Gesichter:
Denket, ob dies ein Mensch sei.
Der schuftet im Schlamm,
Der Frieden nicht kennt,
Der kämpft um ein halbes Brot,
Der stirbt auf ein Ja oder Nein.Primo LeviVittorio, für einen Nachschrei für Dich reicht mir die Zeit nicht mehr. Ich dachte Du wärest unsterblich. Als Du Deine Dokumentarfilme vom israelisch gegossenen Blei über GAZA gezeigt hast, von der tagtäglichen und nachtnächtlichen Lebensbedrohung und den alltäglichen Erniedrigungen , Foltern und Morden, bin ich in Deckung gegangen, habe meine Gedichte Dir vorgestottert und vor Angst geschlottert schon vor den nur virtuellen Gefahren. Und Du ? Du bist zurück nach Palästina gefahren, hast weiter gekämpft für ein Palästina in Frieden und Freiheit. Und jetzt haben Dich die gleichen Mächte wie zehn Tage zuvor schon Juliano ermordet. Jetzt kann ich Edvard Munchs SCHREI verstummt wie betäubt verstehen. Aber das wollen sie nur erreichen. Sie wollen uns Furcht und Schrecken einjagen, damit wir es nicht mehr wagen unsre Stimmen zu erheben. Vittorio, in unsren Stimmen, wenn wir sie nicht abgeben, wenn wir nicht aufgeben, wirst Du weiterleben…infogaza-A2hanau (1)
DAI SALAFITI
Gaza, rapito volontario italiano
Ultimatum: tra 30 ore lo uccidiamo
Il gruppo che ha preso in ostaggio Vittorio Arrigoni pretende la liberazione da parte del governo di Hamas dei propri compagni detenuti in Palestina
Gaza, rapito volontario italiano Ultimatum: tra 30 ore lo uccidiamo
GAZA – Un volontario italiano, Vittorio Arrigoni, è stato rapito oggi a Gaza da un gruppo islamico salafita – la ‚Brigata Mohammed Bin Moslama – che, in un filmato su YouTube, minaccia di ucciderlo se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di stamane (le 10 in Italia), il governo di Hamas non libererà detenuti salafiti. Lo hanno riferito fonti stampa a Gaza.
Bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Così appare Vittorio Arrigoni, in un video postato oggi 1su Youtube da ‚ThisisGazaVoice‘. Il volontario italiano, con indosso una maglia nera, sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovrimpressione appare una scritta in inglese che recita: „Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo“. Al termine del filmato scorrono scritte in arabo con la data di oggi. Vittorio Arrigoni, secondo le prime informazioni raccolte, è stato sequestrato da tre miliziani armati a Gaza City.
Nelle scritte in arabo che compaiono sul video del rapimento di Vittorio Arrigoni e attribuite al gruppo salafita ci sono accuse contro l’Italia e contro Hamas. Stando a una libera traduzione, i rapitori accusano Arrigoni
di diffondere „i vizi occidentali“, il governo italiano di combattere contro i paesi musulmani e il governo del premier Ismail Haniyeh di lottare contro la Sharia (la legge religiosa musulmana). Nel video, il cooperante italiano viene descritto come „uno che entra nella nostra casa portandoci la corruzione morale“ e dietro il quale c’è uno „staterello, l’Italia, infedele, il cui esercito è presente ancora nel mondo islamico“.
I rapitori si rivolgono poi al „governo apostata“ di Islam Haniyeh chiedendogli di liberare „tutti i detenuti salafiti“ che si trovano nelle carceri di Hamas nella Striscia di Gaza.
I salafiti appartengono a una corrente islamica ultraradicale di Hamas, che contesta da posizioni ancora più integraliste. Nel messaggio sul video, inoltre, la scritta in arabo esorta i giovani di Gaza a sollevarsi contro il governo Haniyeh di Hamas, reo ai loro occhi di gravi ingiustizie. Lo sceicco al-Saidani, noto anche come Abu Walid al-Maqdisi, il principale fra i detenuti di cui i salafiti di Gaza chiedono la scarcerazione, è il leader di Al-Tawhid Wal-Jihad una formazione salafita impegnata nella Jihad (guerra santa ad oltranza) e fiancheggiatrice di Al Qaida. Egiziano di origine, aggiungono le fonti, Abu Walid al-Maqdisi è stato arrestato poco più di un mese fa dai servizi di sicurezza egiziani perchè ritenuto coinvolto in una serie di attentati. Secondo Haaretz, nell’aprile 2006 Al-Tawid al-Maqdisi rivendicò la paternità di attentati contro alberghi nel Sinai (Egitto) in cui rimasero uccise 19 persone. Il giornale sostiene che Hamas ha adesso elevato lo stato di allerta nel timore di ritorsioni da parte dei sostenitori dello sceicco.
Arrigoni è il secondo italiano rapito nel Nord Africa e Medio Oriente. Sandra Mariani, volontaria toscana rapita nel Maghreb, dal 18 febbraio non dà più notizie di sé. Nell’ultimo messaggio 2 diceva di essere nelle mani di Al Qaeda.
Vittorio Arrigoni ha una pagina Facebook 3 su cui ora stanno arrivando centinaia di messaggi di solidarietà e su cui compaiono i suoi ultimi post. Il cooperante italiano, oltre a collaborare col quotidiano „Il Manifesto“, ha anche un blog 4 in cui racconta la situazione a Gaza. Il Suo ultimo post risale a ieri, 13 aprile: „4 lavoratori sono morti ieri notte per via del crollo di uno dei tunnel scavati dai palestinesi sotto il confine di Rafah – si legge nel blog ‚Guerrilla radio‘ – tramite i tunnel passano tutti i beni necessari che hanno permesso la sopravvivenza della popolazione di Gaza strangolata da 4 anni dal criminale assedio israeliano. Dai tunnel riescono a entrare nella striscia beni principali quali alimenti, cemento, bestiame“. Su altri blog di attivisti e amici sono già stati pubblicati diversi appelli per la sua liberazione, come quello di Omar Ghraieb: „tutti gli amici di Vittorio, qui e ovunque, chiedono ad Hamas di intervenire immediatamente per far liberare Vittorio che lavora duro per aiutare Gaza da tanto tempo. Per favore, preghiamo tutti perché torni a casa sano e salvo“. Per chiedere la sua liberazione 5 è stata anche realizzata un’apposita pagina Facebook.
Stiamo provando a contattarlo da ieri notte senza riuscirci: all’inizio non abbiamo dato peso alla cosa, capita spesso che la linea salti, ma adesso siamo preoccupati“. Lo riferisce Germano Monti, del coordinamento Freedom Flottilla Italia. „Stiamo contattando referenti della società civile sia a Gaza che in Palestina – prosegue – ma per il momento non siamo riusciti ad avere nessuna notizia“.
„Vittorio si trovava a Gaza con altri volontari dell’International Solidarity Movement ma lui era l’unico italiano – aggiunge Monti – Noi stiamo organizzando la seconda flotta per Gaza, per questo eravamo in contatto permanente con lui. Speriamo che si risolva tutto al più presto: siamo molto affezionati a Vittorio a al suo lavoro“. „Vittorio Arrigoni – ricorda – è l’unico italiano che restò a Gaza durante i bombardamenti dell’operazione ‚Piombo fuso‘, dal dicembre 2008 al 18 gennaio 2009“.
In un sito che indica i „nemici“ da colpire, Vittorio Arrigoni è indicato come il bersaglio numero uno. Di lui e di altri cooperanti, Jenny Linnel e Ewa Jasiewicz, sono pubblicate foto, dettagli e segni particolari per poterli identificare.
L’unità di crisi della Farnesina sta verificando la notizia del rapimento. „Al momento non risultano rivendicazioni nei confronti dell’Italia da parte dei supposti sequestratori“. E‘ quanto sottolinea, in una nota, la Farnesina, sottolineando di aver „già effettuato gli opportuni passi per ogni intervento a tutela“, di Antonio Arrigoni, rapito a Gaza.
Il Ministro Frattini, in contatto „con i nostri rappresentati diplomatici, sta seguendo con la massima attenzione l’evolversi della situazione“, prosegue la nota sottolineando che l’Unità di Crisi è già in contatto con la famiglia. Considerata la particolare delicatezza della vicenda il Ministero degli Esteri – conclude – manterrà il consueto necessario riserbo.
‚Sconcerto e angoscia per il rapimento del cooperante italiano Vittorio Arrigoni, è stata espressa dal capogruppo Pd nella commissione Esteri di Montecitorio, Francesco Tempestini, il quale ha aggiunto: „Arrigoni è una persona che sta dalla parte delle buone cause e auspichiamo che possa tornare subito libero. Non può che destare preoccupazione il fatto che ci sia un nuovo innalzamento della tensione che rischia di aprire ulteriori scenari di pericolo nell’area di Gaza. Naturalmente contiamo che tutti facciano la propria parte per risolvere subito la vicenda“.
„Vittorio Arrigoni ha iniziato a collaborare con noi mandando pezzi di cronaca sul conflitto a Gaza, dove si trovava come volontario di una Ong“, riferisce il vicedirettore del „Manifesto“, Angelo Mastrandrea.
„Pur non essendo un giornalista, erano testimonianze in presa diretta – prosegue il vicedirettore del quotidiano – Quando è esploso il conflitto, gli abbiamo chiesto di fare un diario: erano cronache quotidiane molto vissute tanto che poi gli abbiamo proposto di metterle insieme per farci un libro, poi pubblicato, dal titolo ‚Restiamo Umani'“.
Presseerklärung des Zambonverlages, Leipziger Str. 24, 60487 Frankfurt
www.zambon.net zambon@zambon.net
„Ein italienischer Aktivist einer pro-palästinensischen Gruppe ist wenige Stunden nach seiner Entführung tot aufgefunden worden. Wie die Hamas-Regierung am frühen Freitagmorgen mitteilte, wurde der 36-Jährige bereits kurz nach seiner Entführung am Donnerstagmittag getötet. Er sei „auf furchtbare Weise“ umgebracht worden, sagte ein Sprecher des Innenministeriums. Die Kidnapper hätten die Ermordung des Aktivisten von Anfang an geplant, ein Gefangenenaustausch sei nie angedacht gewesen.“
http://www.welt.de/politik/ausland/article13178991/Islamisten-toeten-italienischen-Aktivisten-in-Gaza.html
Wir sind erschüttert, traurig und wütend. Bei dem 36-Jährigen handelt es sich um unseren Autor des Buches „Gaza-Mensch bleiben“, Vittorio Arrigoni, der sich für die propalästinensische Internationale Solidaritätsbewegung (ISM) engagierte.
Vittorio in Gaza
Ein Sprecher der Hamas-Regierung im Gazastreifen verurteilte die „abscheuliche“ Tat. Die restlichen Mitglieder der Gruppe würden aufgespürt und zur Verantwortung gezogen, sagte er im Fernsehen. Die palästinensische Autonomiebehörde im Westjordanland hatte bereits zuvor die Entführung verurteilt. „Diese Tat hilft der Sache des palästinensischen Volkes nicht – im Gegenteil, sie schadet ihr“, hieß es in einer Erklärung aus Ramallah.
http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5jB7HbbWMM7mZoKfvZwU82L3_emjg?docId=CNG.b2c9df593b57ea130b0c0ba1
21dd8c7e.331
In der Tat, wem hilft dieser Mord an einem Friedensaktivisten, der sich selbst als Pazifist bezeichnete und in Gaza seit 2008 mit friedlichen Mitteln dem palästinensischen Volk half, sich gegen den alltäglichen Terror des israelischen Apartheidstaates zu verteidigen.
Executed Italian Palestinian activist – AP
(http://www.haaretz.com/news/international/video-day-i-arrived-in-gaza-was-happiest-of-my-life-1.356176)
In this Wednesday, Oct. 29, 2008 photo, Palestinian activist Vittorio Arrigoni carries an aid box from the ‚Free Gaza‘ boat in Gaza city. Photo by: AP
Vittorio kurz vor seiner Hinrichtung auf einem Salafisten-Video.
In einem Video (http://www.youtube.com/watch?v=gCyA7A4pDXc ) erklärt sich eine salafistische Organisation für die Entführung Vittorios verantwortlich. Es soll sich um die Gruppe um den im März in Gaza verhafteten Sheikh Abu Walid-al-Maqdasi handeln. Die Entführer forderten seine Freilassung im Austausch mit Arrigoni. Angeblich hat diese Gruppe Kontakte zu al Qaida.
(The video released by the militant group shows a man with a thick black blindfold and a large bruise on his face. Apparently seated, he is held in front of the camera by an unseen person. In a message on the video, the extremist group demanded that Hamas free its leader, arrested in early March, and two other members whose names had not been previously known. Sheikh Abu Walid-al-Maqdasi, the leader of the group, was arrested in a crowded beachside neighborhood of Gaza City last month. Although Hamas authorities were responsible for locating Arrigoni, Hamas itself is a fundamentalist Islamic group. But it faces challenges from even more extremist offshoots of Islam, including Walid-al-Maqdasi’s group, that take inspiration from Al-Qaida and the world jihad movement. Hamas has denied that al-Qaida has a
presence in Gaza. http://www.haaretz.com/news/international/abducted-italian-activist-found-executed-in-gaza-hamas-says-1.356099 )
Angeblich sollen diese Salafisten keine Palästinenser sein, sondern Fremde, die laut
Jerusalem Post über Ägypten nach Palästina gekommen sind.
(The Salafists, who see Hamas as insufficiently zealous in enforcing Islamic law, also have attacked Internet cafes and want Christians
expelled. Palestinian and Israeli analysts believe some Gaza-based Salafists are foreigners who slipped in through the neighboring Egyptian
Sinai. http://www.jpost.com/MiddleEast/Article.aspx?id=216739 )
Unserem Wissen nach handelt es sich um die Gruppe Tawhid Al Jihad, deren Anführer Abu Walid Al Madqisi ist. Sie sollen von Saudi Arabien unterstützt werden. Es sollte uns nicht wundern, wenn hier der CIA in irgendeiner Form mitmischt und sie für seine Zwecke instrumentalisiert.
Die Umstände der Entführung machen uns stutzig. Kurz nach Ablauf der Frist der Entführer wird Vittorio erhängt und mit Folterspuren in einer Wohnung der Verdächtigen gefunden. Das Haus wurde nicht erstürmt. Die Entführer haben offensichtlich auch gar nicht mit der Hamas-Regierung verhandelt, sondern ihr „wertvolles Gut“, nämlich Vittorio kaltblütig ermordet. So etwas ist in Entführungsfällen unüblich. Die letzte Entführung gab es in Gaza im Jahr 2007.
Es handelte sich um den Korrespondenten der BBC, der im Juli 2007 durch die Hamas befreit wurde. Der Mord an Arrigoni geschah 3 Stunden vor seiner Entdeckung und 6 Stunden vor Ablauf des Ultimatums. Das macht stutzig. Außerdem fragen wir, warum wurde der Entführte gefoltert? Auch das ist nicht üblich. Was wollte man von ihm wissen? Rätsel über Rätsel…
(Kidnappings of foreigners were common before the Hamas takeover. Most of those abducted were foreign correspondents, including Alan Johnston of the BBC, who was abducted and held for 114 days before being freed in July 2007, just after Hamas overran Gaza, expelling forces loyal to Palestinian President Mahmoud Abbas. http://www.haaretz.com/news/international/abducted-italian-activist-found-executedin-
gaza-hamas-says-1.356099)
Wir fragen uns, kann es noch andere Interessierte an diesem Mord gegeben haben? Gab es womöglich Auftraggeber, die ganz woanders sitzen?
4. April 2011 14. April 2011
Der Schauspieler und Friedensaktivisten Juliano Mer-Khamis wird in Jenin erschossen. Es waren unbekannte maskierte Männer, die die tödlichen Schüsse auf Mer-Khamis in Jenin abgegeben hatten.
Der Friedensaktivist Vittorio Arrigoni wird hingerichtet. Bei den Mördern handelt es sich angeblich um eine Salafisten-Gruppe
Erst Juliano, dann Vittorio. Alles nur Zufall?
Wir hatten bereits vor Monaten in Erfahrung gebracht, dass Vittorio an erster Stelle auf einer angeblichen Todesliste von radikalen Zionisten steht. Wir fragen uns, wem dienen diese Morde? Bestimmt nicht dem Freiheitskampf des palästinensischen Volkes. Wem aber sonst?
? Die Friedensaktivisten sollen eingeschüchtert und mundtot gemacht werden. Sie sollen das Gefängnis Gaza verlassen, damit niemand mehr über seine Insassen, die Palästinenser berichtet.
? Die Kriegsverbrechen der Israelis sollen ohne ausländische Öffentlichkeit durchgeführt werden können.
? Die Friedensaktivisten „stören den Frieden“, da sie mit ihrem Pazifismus Solidarität mit dem palästinensischen Volk bewirken.
? Und nun töten Palästinenser, natürlich noch „radikalere“ als die Hamas, ihre eigenen Sympathisanten. Das Feindbild ist wieder hergestellt. Damit soll und wird in einer nicht informierten Öffentlichkeit Verwirrung hergestellt. So in der Richtung: „Na, da seht ihr ja, was das für verrückte Radikale sind, die ihre eigenen Unterstützer umbringen. Und ihr Sympathisanten seid gewarnt bzw. lasst ab, von Eurer Sympathie für Palästina. Verlasst Gaza, sonst werden sie Euch noch umbringen.“
? Zukünftige Friedensaktivisten sollen erschreckt bzw. eingeschüchtert werden.
? Der Name al-Qaida darf nicht fehlen. Er allein sorgt für einen Dunstkreis von Antipathie. Also, die haben natürlich ihre Finger im Spiel, so der Tenor. Damit wird unterschwellig suggeriert, das al-Qaida ja auch in Palästina „mitmischt“. Der 11.September lässt grüßen.
? Gleichzeitig wird der Eindruck vermittelt, wie blutrünstig die Palästinenser sind. „Sollen die sich doch selbst gegenseitig umbringen. Und genauso verhalten sie sich gegenüber dem armen Israel, dass sich immer gegen diese Terroristen verteidigen muss“. Das Bild kennen wir, auch aus „Bild“.
? Und dazu darf natürlich nicht der „Islam“ als Feindbild nicht fehlen. Salafisten sollen am Werk sein. Das Bild rundet sich ab. Die Morde helfen nur Israel und seiner Propaganda. Sie dienen den Feinden Palästinas.
Daher fragen wir uns:
Könnten die Auftraggeber womöglich von dort stammen? Könnten Salafisten unterwandert sein, um Vittorio zu ermorden? Könnte es Agent Provokateurs in den Reihen der Palästinenser geben, die vom Mossad oder jemand anderem gut „bezahlt“ werden? Hier einige Bilder von der Vorstellung des Buches im DGB Haus in Frankfurt März 2009:
in Frankfurt
Frankfurt, den 14. 4. 2011
Giuseppe Zambon
\"Gilad Atzmon, der ex-israelische Jazz-Saxophonist wies mich darauf hin, dass die israelische Regierung seit langem “islamistische” Spezialeinheiten ausgebildet, arabisch eingekleidet, frisert, auf “arabisch-lebend” dressiert und eingesetzt hat, um gezielte Liquidierungen durchzuführen und die arabisch-muslimische Bevölkerung zu spalten.\"
Klar!
Für Antisemiten (Tschuldigung: Israelkritiker!) kann\’s ja gar nicht anders sein.
Ab wann wird nochmal zurück geschossen?
Pfui Deibel!
Danke, und sonst- mir fehlen die Worte
Die Religion des Friedens…